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Dicembre 6, 2025
Il Trentino dimostra che la cura può davvero arrivare vicino alle persone. Una ricerca pubblicata su Journal of Cardiovascular Development and Disease ha seguito 211 pazienti con scompenso cardiaco grazie all’app TreC Cardiologia integrata nella piattaforma TreC+. I risultati mostrano un miglioramento evidente per la salute e per la vita di queste persone. Nata dalla [...]
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Dicembre 4, 2025
L’Australia chiude i social ai minori di 16 anni
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Dicembre 3, 2025
Cina: come il socialismo supera il capitalismo
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Dicembre 2, 2025
Scegliere un figlio con un’app
ULTIMI POST DELLA SETTIMANA
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Tumore alla prostata, il Regno Unito dice no allo screening di massa
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- Novembre 29, 2025
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- Novembre 25, 2025
Secondo i sondaggi Piepoli e Ipsos, il 94% degli italiani vuole che la caccia venga abolita, ridotta o comunque non estesa. Per Ipsos, quasi 8 italiani su 10 la considerano eticamente sbagliata. La petizione della Fondazione Cappellino nasce per bloccare la richiesta dei cacciatori di ottenere ancora più diritti, già oggi molto ampi, e per mandare un segnale forte ad associazioni e politica. Condividiamo e facciamo nostro l'appello della Fondazione ai nostri rappresentanti in Parlamento (qui il link per firmare) Il disegno di legge oggi in discussione in Parlamento trasforma l’attuale legge che regola la caccia. In concreto: consente di cacciare specie oggi protette; dà alle Regioni la facoltà di estendere la durata dei tempi in cui è consentita; riduce le aree [...]
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- Novembre 22, 2025
di Beppe Grillo La Cina ha varato il nuovo piano quinquennale per la tecnologia e l’innovazione, valido fino al 2030. Hanno deciso di portare la spesa in ricerca e sviluppo al 2,8% del PIL, di costruire altri supercomputer regionali (oggi ne hanno già 10) e di completare la rete 6G prima di chiunque altro, entro cinque anni. L’obiettivo è diventare autosufficienti, non dipendere più da nessuno, nei chip, nei materiali, nell’energia, perfino nella conoscenza. Vogliono produrre semiconduttori a sette nanometri entro il 2027 e tagliare del 60% la dipendenza dall’estero. In pratica, si sono stufati di farsi bloccare da sanzioni o licenze americane. Noi invece importiamo pure le viti per montare le antenne. La Cina formando centinaia di migliaia di nuovi specialisti in [...]
DALL'ARCHIVIO DELBLOG
Isole Marshall: il primo Stato al mondo con un reddito di base universale!
Nel corso degli anni abbiamo sostenuto [...]
Come i social media cambiano la comunicazione della scienza
La scienza circola sempre di più [...]
COSEPREZIOSE
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- Ottobre 9, 2025
Oggi ricorre l’anniversario della morte di Ernesto “Che” Guevara, ucciso il 9 ottobre 1967 in Bolivia. La sua figura continua a rappresentare ribellione, libertà e resistenza, al di là del tempo e delle ideologie. In questa ricorrenza, voglio condividere nuovamente la storia di Nelson Salvestrini, l’artista che immortalò in bronzo l’immagine del Che senza vita, solo per vedere la sua opera “sparire” dalla scena pubblica. Oggi vogliamo raccontarvi una storia. Una storia di arte, di rivoluzione e di silenzi. Una storia che parte dalla Toscana, arriva a Cuba, e si dissolve nel nulla. È la storia di Nelson Salvestrini, uno scultore con oltre cinquant’anni di esperienza, e di un Che Guevara fuso nel bronzo e poi sepolto... non dalla terra, ma dall’imbarazzo. Nelson Salvestrini non è solo un artista: è un testimone del suo tempo, un artista che modella la storia nelle materie più dure e più vive. Nato nel 1947 a Colle di Val d’Elsa, in Toscana, scolpisce dal 1972. Le sue opere sono corpo, materia e memoria. Nel 1989, Nelson donò al governo cubano dell’Avana un monumento dedicato a Che Guevara, una scultura in bronzo. Ma poco dopo scoprì che l’opera era stata nascosta. Raffigura Guevara morto in Bolivia: un’immagine evidentemente che il Comitato Centrale non volle accogliere poiché non accettavano la sua morte. L’opera per questo fu messa da parte. Nel 1995, Nelson si recò a Cuba per quindici giorni, nel tentativo di rivedere la sua creazione. Ma nulla. L’opera era sparita, nonostante i contatti ancora vivi a suo tempo con la moglie e le figlie del Che, che non sapevano dove fosse la scultura. La delusione fu profonda. Perché la scultura di Nelson non era fatta solo di bronzo: era voce, era lotta. Il suo Guevara, come dichiara Nelson “è un Che che non è morto, ma che morirà solamente quel giorno che si rinuncerà a lottare per cui lui ha vissuto, è un corpo che parla alle menti”. Da allora, Nelson lotta per rivedere il suo Che Guevara. Per ridargli una voce. Perché un’opera d’arte, non può sparire. Non può finire nel nulla. Per contatti: [email protected] [...]
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